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FANTASMI - UN GIOCO PER LA FINE DELL'ANNO




Fine dicembre.
Come ogni anno, per un quarto d’ora mi dedicherò ai fantasmi.
No, per carità, niente lenzuola, catene o grida soffocate.
I fantasmi che rendo vivi, per quindici minuti all’anno, sono le facce, i colori, gli oggetti che ho nascosto nel cuore e nella mente nei mesi passati.
Chiudo gli occhi e visualizzo un calendario, di quelli a strappo, con i giorni trascorsi che volano via, ad uno ad uno.
Come le foglie mosse dal vento.
Scelgo una data e lascio che la faccia o il colore o l’oggetto escano fuori, se vogliono, dal baule dei ricordi.
A volte è un gioco divertente.
Altre ti trovi inzuppato di malinconia.
Ma sempre scopri di te qualcosa che non sai o che non vuoi sapere.
Chiudo gli occhi e scelgo il giorno: 28 dicembre 2013 e poi , ad uno ad uno, senza fretta, strappo i foglietti, bianchi con le date in rosso.
Eccoci…28 dicembre 2014.
Faccio silenzio.
E buio.
Sono tre i fantasmi di quest’anno.
Il primo ha la forma di un sasso, una roccia aguzza che sembra una montagna, lo stringo nel palmo della mano.
È una rivelazione, il sasso. Una iniziazione inaspettata.
Era agosto.
Rakini, la Siddha, e Rup, il Brahmino mi sorridono : il vento mi racconta una storia antica, e dal fuoco esce una dea.
Che storia! Niente sarà più come prima.
Sorrido pensando a quanto ero sicuro di sapere, prima.
Il secondo fantasma è una lametta.
Dicembre 2014.
Il vecchietto che si arrabbia perché non riesce a farsi la barba,
Gli tremano le mani e allora gliela faccio io e porca miseria… quarant’anni fa la stessa scena.
A ruoli invertiti, però – “Deh! C’hai
quattordicianni e un ti sai ancora fa la barba da solo!”-
Rido fino alle lacrime.
Non so perché.
Arriva il terzo fantasma.
Un paio di lacci da scarpe.
All’inizio non capisco.
Ci metto un po’, ma poi mi arrendo.
Fa male, il terzo fantasma.
Mi ricorda la mia stupidità.
Lo scherzo di una donna , la rabbia nascosta insieme a un dono, negato, per negare felicità a chi si diceva di amare.
Un sasso, una lametta e un paio di lacci da scarpa.
Strani fantasmi.
Li ringrazio, e li invito a tornare nel baule dei ricordi.
C’è un bel sole oggi!
Buon anno!

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