Passa ai contenuti principali

ADDESTRARE L'INTUIZIONE




Uno dei principali problemi che si incontrano quando studiamo dei testi tantrici o vedantici, è quello delle traduzioni. In sanscrito si usano decine di parole differenti per indicare il medesimo concetto ed ognuna di esse ha sfumature diverse. 


Per noi, che leggiamo traduzioni in italiano tratte a loro volta da traduzioni in lingua inglese, cercare di capire cosa volessero dire davvero Shankara o Patanjali diventa un'impresa ardua.
Prendiamo il termine "realtà".
In sanscrito si  può dire:

तत्व tatva
अस्तिता astitā
भूतता bhūtatā
भाव bhāva
सत्य satya
सत्त्व sattva
बाह्यार्थ bāhyārtha

ecc. ecc.

In tutto ci saranno una trentina di vocaboli che vengono  tutti tradotti con realtà o con reale, ma poi, se si va ad approfondire si scopre che  अस्तिता astitā sta per "esistenza", "stare", भाव bhāva sta per "sentimento", "emozione" ecc., सत्य satya per "sincero", "genuino", "non artificioso" e così via.


Se in un testo  trovo che si deve discriminare tra ciò che è "bhāva" e ciò che non lo è,  e traduco con "discriminare tra reale e non reale" nessuno potrà dire che sbaglio, ma così facendo perdo la connotazione "emotiva e sentimentale" del termine.
In italiano abbiamo molti meno termini per indicare le sfumature e, alla fin fine si arriva a snaturare una dottrina che è stata scritta pensata in una lingua che ha più del doppio delle lettere a disposizione, e sfumature semantiche assai diverse dalla nostra.
Nei Purana si racconta di come il saggio Narada si vantasse della sua abilità di musico e come cantante.
Vishnu decise di dargli una lezione (lo trattava sempre duramente....) e lo condusse nel regno degli dei, nella casa della musica.

C'erano decine di divinità, maschili e femminili, con gli arti spezzati e i volti stravolti.

-"Che vi succede?"-
Chiese Narada
-"Ahinoi!" 
risposero le divinità
-"siamo i Raga e le Ragini.
Un cialtrone di nome Narada ci ha ridotto in questo modo con i suoi canti stonati"-


Narada si rese conto che la comprensione dei suoni e delle melodie era cosa assai più complessa. di quanto credesse.

Si inginocchiò dinanzi a Vishnu e lo implorò di insegnargli la musica.
La grammatica e l'etimologia indiana nascono come arti sacre.
I suoni non differiscono dalle lettere e l'intuizione porta a improvvisare su modi definiti, ma ognuno di questi modi e di questi suoni è soggetto a variazioni che sono difficili da percepire per noi occidentali che non abbiamo allenato l'orecchio a sentire, ad esempio, la differenza tra i quarti di tono.

Succede qualcosa di simile anche nella musica occidentale, ad onor del vero. .
Il Re diesis, sul pianoforte, corrisponde al Mi bemolle.
Si percepisce il medesimo suono, ma dovrebbero essere note diverse.

Se ci occupiamo di Yoga piuttosto che leggere libri su libri tradotti da occidentali che spesso non hanno mai praticato, sarebbe forse più sensato sviscerare un singolo versetto che ci ha particolarmente colpiti e analizzarne tutte le implicazioni, è così che si sviluppa l'intuizione necessaria a comprendere i testi.

Se la nostra conoscenza si basa solo su saggi critici scritti da autori occidentali, rischiamo di creare una nuova filosofia, basata magari su parole che i maestri indiani non si sono mai sognati di usare.

Prendere un sutra (o un mantra o un asana o l'immagine di una divinità) e studiarlo, comprenderlo, penetrarlo, sviscerarlo in tutte le sue possibilità, ascoltare come "risuonano" i significati nel nostro corpo e nella nostra "mitologia personale" credo sia un buon esercizio.
Forse più utile che leggere decine e decine di libri cercando in essi, magari, solo ciò che potrebbe confermare nostre idee pregresse.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL SIGNIFICATO NASCOSTO DEI MANTRA - OM NAMAḤ ŚIVĀYA

Alzi la mano chi non ha mai recitato un mantra indiano o tibetano senza avere la minima idea di cosa significasse. C'è addirittura una scuola di pensiero che invita ad abbandonarsi al suono, alla vibrazione e ad ascoltare con il cuore. Il personale sentire viene considerato un metro di giudizio assai più affidabile della razionalità, e l'atteggiamento più comune, nell'approccio alla "Scienza dei mantra è il " Che mi frega di sapere cosa vuol dire? L'importante è che mi risuoni! ". Devo dire che ci sta. Tutto nell'universo è vibrazione e ovviamente quel che conta è il risultato. Se uno recita 108 volte Om Namaha Shivaya senza sapere che vuol dire e poi si sente in pace con il mondo, va bene così. Anzi va MOLTO bene! Ma bisogna considerare che nei testi "tecnici" dello yoga, non numerosissimi, si parla di una serie di valenze simboliche, modalità di  pronuncia e possibilità di "utilizzo" che, secondo me, la maggi

I CAKRA DEI NATH

    Nonostante in molti testi si parli esclusivamente di sei cakra + il cakra dei mille petali,   in genere nella tradizione Nath se ne enumerano nove: 1.      Brahmā Cakra  - corrispondente al  Mūlādhāra Cakra ; 2.      Svādhiṣṭāna Cakra  " – “centro di supporto del sé", “la sua propria dimora”; 3.      Nābhi Cakra "centro dell'ombelico"; 4.      Hṝdayādhāra "centro del cuore"; 5.      Kaṇṭha Cakra "centro della gola"; 6.      Tālu Cakra "Centro del palato"; 7.      Bhrū Cakra – “Centro tra le sopracciglia" non sempre identificabile con ajñā cakra , posto spesso al centro della fronte. 8.      Nirvāṇa Cakra che alcuni fanno corrispondere al brahmārandhra e altri ad ajñā cakra 9.      Ākāṣa Cakra "centro dello spazio", posto al sincipite per alcuni, sopra la testa secondo altri.   Un altro sistema di cakra presente nello Yoga dei Nāth è quello dei cinque maṇ

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b