Passa ai contenuti principali

LO YOGA È UN ARTE - RIFLESSIONI SULLA VIA DELLA LIBERTÀ E DELLA BELLEZZA

Yoga Teacher Laura Nalin -  "Surya Namaskara"





"Un'opera, una volta terminata, mi deve sorprendere e rimandarmi più energie di quante ne ho impiegate per realizzarla.
L'opera in questo modo è anti-entropica e contraddice il secondo principio della termodinamica, e si riappropria così del
problema della morte e dell'immortalità del corpo senza delegarlo alla scienza".

"Oggi, tra i tanti 'rovesciamenti', si perpetua anche nell'arte una percezione del tempo rovesciata;
l'arte e gli artisti contemporanei infatti si considerano e sono considerati moderni, mentre venendo dopo tutto ciò che li precede
dovrebbero sapere di essere più antichi". 

Gino De Dominicis 




Immagine





































Lo yoga è un Arte. 
Ce ne dimentichiamo spesso. 
Leggendo le riflessioni di artisti di tutti i tempi  e confrontandole con gli scritti di alcuni maestri di yoga o intellettuali che si occupano di discipline orientali, mi viene da pensare che, per qualche motivo, in occidente la ricerca spirituale sia stata spesso delegata a scultori e pittori. 


Ma non è la cosa più importante, ne ho voglia di dibatterne. 
L'essenziale è che lo Yoga è un'Arte e come tale ha bisogno di una tecnica, ovvero gli strumenti e la capacità di usarli, e di una fase di intuizione, la rivelazione. 

Se non c'è quel momento magico in cui la mente sembra smarrirsi in luoghi lontani, per poi tornare a casa brandendo, come una spada, un frammento di verità, la pratica resta monca, sterile come come una vite di plastica, bella a vedersi ma incapace di dar vino. 



La rivelazione è la fine di un percorso che nell'arte è eguale allo Yoga, lo hatha yoga (inteso come tecnica tantrica). 

Cambiano solo i nomi, le parole. 
In sanscrito sono: 
सहज sahaja,
स्वेच्छाचार svecchācāra,
सम sama,
समरस samarasa.
 


Sahaja è lo stato naturale il corpo/parola/mente libero di scambiare energia con l'universo. 
senza ostacoli, blocchi, remore. 

Svecchācāra
 è lo stato della libertà. 

Libertà di agire senza essere vincolati dalle leggi fisiche e umane. 

Sama è l'identità, essere uno con l'assoluto o, essendo la realtà il sogno sognato dal Dio, essere uno con qualsiasi essere in cui percepiamo il riflesso divino. 

Samarasa è l'orgasmo degli amanti divini, il provare in un istante (o per l'eternità...ma che differenza c'è?) assieme, la beatitudine suprema. 

Immagine 



L'artista viaggia oltre le consuetudini, le credenze, l'ego stesso. 
Va oltre i limiti e si trova Uno con una porzione della verità. 
Di ritorno dal viaggio nel paese che non c'è, dà forma al divino, al Reale, con un'oggetto o un'idea che racchiude in sé le energie antiche della creazione. 


Lo Yoga è Arte. 

Giotto, Leonardo, Michelangelo son sempre stati Giotto, Leonardo, Michelangelo ma quante ore hanno passato nella bottega dei loro maestri a mescolar colori, pulire pennelli, spazzar via dal pavimento la polvere di marmo? 

Chi come me ha avuto la fortuna immensa di guadagnarsi il pane facendo l'artista, sa che il processo creativo, parte dalla costrizione, dai limiti, dai confini. 

Prima di dipingere bisogna imparare a disegnare, prima di disegnare bisogna imparare a squadrare il foglio, prima di squadrare il foglio bisogna imparare ad usare la matita. 

Quanta fatica fa un danzatore per far sembrare naturale un singolo passo di danza. 

Immagine 

E poi improvvisamente, dopo anni, di sbarra e di sudore, ecco che il gesto sboccia, improvviso. 
Sembra magia. 

Poco importa se il miracolo avviene dinanzi al pubblico, per strada o al chiuso di una stanza, senz'altri spettatori che la pareti bianche. 

Il danzatore comprende e vive come una Grazia divina quel passo nato chissà da dove. 

Lo Yoga è Arte. 
Perché non dovrebbe seguire lo stesso percorso della Musica, della Danza, delle Pitture? 

Come si fa a pensare che la Rivelazione, la capacità di insufflare in un singolo gesto o suono o cellula le indicibili potenze della natura, possa avvenire senza prima imparare i fondamentali, i segreti del mestiere? 

Per conquistare la Libertà bisogna scoprirsi servi fedeli della Dea.

Per cogliere la Bellezza e vivere nella Grazia dell'Istante non si può fare Yoga tre ore alla settimana o un'ora al giorno: Bisogna essere Yoga.


Commenti

Post popolari in questo blog

IL TIZZONE ARDENTE

Mandukyakarika, alatasànti prakarana  45-50, 82 ; traduzione di  Raphael : "E' la coscienza - senza nascita, senza moto e non grossolana e allo stesso modo tranquilla e non duale - che sembra muoversi ed avere qualità Così la mente/coscienza è non nata e le anime sono altre-sì senza nascita. Coloro i quali conoscono ciò non cadono nell'errore/sofferenza. Come il movimento di un tizzone ardente sembra avere una linea dritta o curva così il movimento della coscienza appare essere il conoscitore e il conosciuto. Come il tizzone ardente quando non è in moto diviene libero dalle apparenze e dalla nascita, cosi la coscienza quando non è in movimento rimane libera dalle apparenze e dalla nascita. Quando il tizzone ardente è in moto , le apparenze non gli provengono da nessuna parte. Né esse vanno in altro luogo quando il tizzone ardente è fermo, né ad esso ritornano. Le apparenze non provengono dal tizzone ardente a causa della loro mancanza di sostanzialità. Anche nei confronti

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b

LA FILOSOFIA DELL'ONDA

  L'eleganza dello stato naturale, il  Sahaja , è la lenta spirale, verso terra, di una foglia stanca del ramo. I danzatori parlano di “presenza”. Quando c'è “presenza”, ogni gesto diventa facile. Quando “non c'è”, quando la mente non si discioglie nel corpo, si sente un che di artefatto, di meccanico, come se mancasse l'impulso vitale. Il “vero danzare” è arrendersi alla legge naturale, lo sanno bene, in Oriente. Sorridono i pescatori di  Hokusai,  trascinati dalla grande onda, più alta del monte  Fuji . Se remassero contro corrente, l'oceano spezzerebbe insieme la barca e l'illusione dell'agire. Se, per la fretta del coraggio o l'esitazione della paura, si lasciassero andare alla forza dell'onda nel momento sbagliato, si schianterebbero, di certo, sulla scogliera. Il loro gesto è perfetto. Danzano insieme al mare: giusta intensità, giusto ritmo, giusta direzione. L'onda esce dalle acque come un drago innamorato dell'alba. Si ferma, un istan