La diffusione su vasta scala dello Yoga, se da un lato ha permesso ad un numero enorme di persone di godere dei benefici procurati dalla sua pratica, dall'altro ha prodotto una semplificazione, se non una banalizzazione dell'offerta culturale.
Lo Yoga, inteso come una serie di esercizi fisici, pratiche, meditative, speculazioni filosofiche, rituali e iniziazioni, proviene da un numero ridotto di scritture chiamate Agama, che a loro volta derivano dai testi più antichi, chiamati Veda o Samitha.
Il fatto che gli Agama siano ciò che da noi è definito Tantra la dice lunga sulla superficialità di molti insegnamenti giunti in occidente, che tendono a separare il tantra dallo Yoga ortodosso e dal sapere Vedico.
Eppure nei testi tradizionali è detto:
" I Veda sono la Vacca, gli Agama sono il Latte"
Vedi: Umapati, Traduzione di David Smith[35]
I tantra non sarebbero altro che l'aspetto pratico della filosofia tradizionale indiana, ma, chissà perchè, oggi anche in Oriente vengono identificati quasi completamente con pratiche sessuali più o meno ortodosse.
Ma torniamo alle scritture.
Per "Scritture" si intende una serie di opere letterarie composte nel corso dei millenni, da yogin e filosofi, che appaiono talvolta come manuali teorici-pratici, altre come cronache di particolari realizzazioni, altre ancora come racconti mitici che avrebbero lo scopo di attivare le forze primarie della creazione nascoste nel nostro inconscio.
In genere le scritture dello Yoga vengono suddivise in due grandi gruppi definiti śruti e smṛti.
श्रुति śruti significa Orecchio, Audizione, Ascolto.
Nel Sanatana Dharma ( o "Filosofia perenne", nome che si dà alle concezioni filosofiche su cui si basa lo Yoga) śruti è sinonimo di Veda.
I वेद veda sono una raccolta di libri che rappresentano, anzi, per gli induisti sono, il Brahman, l'essere supremo, il Dio senza forma degli antichi indiani.
Quelli che comunemente, ai nostri giorni, chiamiamo Veda sono in realtà solo una parte dei Veda, le quattro Saṃhitā (संहिता) e composte tra il 20.000 e il 1.000 a.C.
Le quattro Saṃhitā sono:
Nel Sanatana Dharma ( o "Filosofia perenne", nome che si dà alle concezioni filosofiche su cui si basa lo Yoga) śruti è sinonimo di Veda.
I वेद veda sono una raccolta di libri che rappresentano, anzi, per gli induisti sono, il Brahman, l'essere supremo, il Dio senza forma degli antichi indiani.
Quelli che comunemente, ai nostri giorni, chiamiamo Veda sono in realtà solo una parte dei Veda, le quattro Saṃhitā (संहिता) e composte tra il 20.000 e il 1.000 a.C.
Le quattro Saṃhitā sono:
1) Ṛgveda (ऋग्वेद), o"Libro degli Inni"
2) Sāmaveda (सामवेद), o "Libro dei Canti".
3) Yajurveda (यजुर्वेद), o "Libro delle Formule Rituali e dei Sacrifici".
4) Atharvaveda (अथर्ववेद), o "Libro delle Formule Magiche.
La seconda parte dei Veda è costituita dai Brāhmaṇa (ब्राह्मणं), commentari alle quattro Saṃhitā composti tra il 1100 a.C. e l'800 a.C..
La terza parte sono gli Āraṇyaka (आरण्यक), dei veri e propri manuali pratici riservati agli eremiti delle foreste.
Infine ci sono le Upaniṣad (उपिनषद). Le Upaniṣad considerate originali o"ortodosse" sono 108, ma quelle che fanno parte integrante dei Veda sono solo 19. Le Upaniṣad sono, assieme manuali tecnici e testimonianze di realizzazioni. In pratica l'autore di un upanishad dice al lettore: "Io ho realizzato l'unione con il divino o con questa particolare forma del divino, se vuoi ottenere la realizzazione di cui parlo devi fare così e cosà".
I quattro Saṃhitā, i Brāhmaṇa, gli Āraṇyaka e le Upaniṣad) sono considerati apauruṣeya, ovvero non composti dagli esseri umani e per questo appartenenti alla Śruti. L'idea è che i Ṛṣi, letteralmente "Cantori ispirati", che li hanno composti siano stati ispirati direttamente dalla divinità
1)Ṛgveda o "Libro degli Inni"
Nel Ṛgveda troviamo:
- una raccolta di inni chiamati Ṛgveda Saṃhitā;
- due Brāhmaṇa, l'Aitareya Brāhmaṇa e il Kauṣītaki Brāhmaṇa (o Śaṅkhāyana Brāhmaṇa);
- due Āraṇyaka, l'Aitareya Āraṇyaka e il Kauṣītaki Āraṇyaka;
- due Upaniṣad: l'Aitareya Upaniṣad e la Kauṣītaki Upaniṣad
- due Brāhmaṇa, il Jaiminīya Brāhmaṇa (o Talavakāra Brāhmaṇa, il Brāhmaṇa dei musici) che prende il nome dal saggio Jaimini, e il Tāṇḍya Mahā Brāhmaṇa (o Pañcaviṃśa Brāhmaṇa). Che prende il nome da Tanda un maestro legato alla trasmissione delle Formule dei sacrifici rituali..
- un Āraṇyaka, lo Jaiminīya Āraṇyaka;
- due Upaniṣad: la Kena Upaniṣad (anche nota come Talavakāra Upaniṣad), e la Chāndogya Upaniṣad.
Lo Yajurveda è diviso in due parti:
I) Il Kṛṣṇa Yajurveda (Yajurveda nero), la parte più antica detta "nera" (kṛṣṇa) forse perché considerata meno 'pura'.
II) Lo Śukla Yajurveda (Yajurveda bianco), più recente del Kṛṣṇa Yajurveda, detto "bianco".
Nel Kṛṣṇa Yajurveda troviamo:
- tre Saṃhitā, la Kaṭhaka Saṃhitā o Kapiṣṭhala-Kaṭha Saṃhitā, la Maitrāyaṇi Saṃhitā e la Taittirīya Saṃhitā;
- sei Upaniṣad, la Taittirīya Upaniṣad, la Kaṭha Upaniṣad, la Mahānārāyaṇa Upaniṣad, la Maitrī Upaniṣad, la Prāṇāgnihotra Upaniṣad e la Śvetāśvatara Upaniṣad.
Nello Śukla Yajurveda Troviamo:
- una Saṃhitā, la Vājasaneyī Saṃhitā;
- un Brāhmaṇa, il Śatapatha Brāhmaṇa;
- un Āraṇyaka, il Bṛhad Āraṇyaka;
- cinque Upaniṣad, la Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad (la più antica fra le Upaniṣad canoniche), la Jābāla Upaniṣad, la Paiṅgala Upaniṣad, la Sūrya Upaniṣad e la Īśā Upanisad.
4) Atharvaveda, o "Libro delle Formule magiche".
- una Saṃhitā, l'Atharvaveda Saṃhitā;
- un Brāhmaṇa, il Gopatha Brāhmaṇa;
- quattro Upaniṣad, la Praśna Upaniṣad, la Muṇḍaka Upaniṣad, la Māṇḍūkya Upaniṣad e la Kaivalya Upaniṣad.
स्मृति smṛti significa invece memoria, tradizione, rimembranza e indica
i testi "applicativi ed interpretativi dei Veda.
La smṛti è costituita da sette gruppi di opere: upaveda, śāstra, vedanga, darśana, itihāsa, purāṇa, āgama,
Gli Upaveda sono manuali di applicazione dei Veda e naturalmente sono quattro, uno per ogni veda:
2) Gāndharvaveda
1) Dhanurveda
Arte del tiro con l’arco e
Tecniche militari2) Gāndharvaveda
Arte della Musica, della Danza
e del Canto
Arte della spada, Metallurgia
e Architetturail secondo gruppo di opere della smṛti è costituito dagli शास्त्र śāstra ovvero le norme , le regole, gli ordinamenti (manavadharmasastra o legge di Manu regola la vita della società, natyasastra regola i comportamenti nel teatro, kama sastra i comportamenti nel campo dell'amore e del sesso ecc. ecc)
il terzo gruppo è costituito dai 6 Vedanga, ovvero i testi che insegnano le sei discipline indispensabili per comprendere i veda:
1) शिक्षा śikṣā, la fonetica, le istruzioni per la fonazione e la pronuncia.
2) छान्दस chāndasa ovvero la prosodia, l'insegnamento della divisione in sillabe, il ritmo,l'accentazione, il metro,la cadenza del linguaggio.
3) व्याकरण vyākaraṇa , ovvero le regole grammaticali.
4) निरुक्त nirukta ovvero l'etimologia indiana, lo studio della simbologia delle singole sillabe ecc. ecc.
5) ज्योतिष jyotiṣa, ovvero astronomia e astrologia.
6) कल्प kalpa, lo studio dei rituali (e del tempo....).
Il quarto gruppo è costituito dai 6 दर्शन darśana punti di vista filosofici ortodosii, ovvero i sei metodi interpretativi dei veda:
1) Nyāya
Regola, metodo, logica.
2) Vaiśeṣika
Filosofia naturale, affine al Buddhismo.
3) Sāṃkhya
Enumerazione, Ateismo razionalista.
4) Yoga
A partire dal XX secolo con riferimento quasi esclusivo allo Ashtanga Yoga di Patanjali, in precedenza basato su Hathayoga e Tantrismo
5) Mīmāṃsā
Studio dei rituali vedici, e analisi critica sia in senso teistico che ateistico.
6) Vedanta
Nell'accezione sia di Filosofia Duale che Non-Duale, basata esclusivamente sullle Upanishad maggiori, i Brahma Sutra e la Bhagavad Gita.
Il quinto gruppo è quello di इतिहास itihāsa che significa storia, ed è formato dai due poemi epici indiani:
1) Mahābhāratam
2) Rāmāyaṇam
il sesto gruppo è costituito dai पुराण purāṇa , che significa antico, e rappresenta la mitologia e la cosmogonia indiana. In genere si parla di 36 purāṇa, 18 detti Maggiori e 18 Minori, tutti tradizionalmente attribuiti a Vyasa, ma in realtà sono molti di più. Le liste più accreditate dei Mahapurana (Purana maggiori) e degli Upapurana (Purana minori) sono le seguenti:
Mahapurana
1) Agni.
2) Bhagavata.
3) Brahma.
4) Brahmanda.
5) Brahmavaivarta.
6) Garuda.
7) Kurma.
8) Linga.
9) Markandeya.
10) Matsya.
11) Narada.
12) Padma.
13) Shiva.
14) Skanda.
15) Vamana.
16) Varaha.
17) vayu.
18) Vishnu.
Upapurana
1) Adya Purana (Sanatkumara)
2) Narasimha Purana
3) Skanda Purana
4) Shivadharma Purana
5) Durvasa Purana
6) Naradiya Purana
7) Kapila Purana
8) Vamana Purana
9) Aushanasa Purana
10) Brahmanda Purana
11) Varuna Purana
12) Kalika Purana
13) Maheshvara Purana
14) Samba Purana
15) Saura Purana
16) Parashara Purana
17) Maricha Purana
18) Bhargava Purana.
Il settimo gruppo è costituito dagli आगम āgama (più precisamente āgama e nigama, a volta si chiamano con questi nomi anche i Veda) che significa sia teoria che strada d'accesso, e sono gli specifici insegnamenti per i tre gruppi di "fedeli" contemplati nel sanatana dharma: sakta-vaisnava -saiva, ovvero devoti alla Dea, devoti a Vishnu e devoti a Shiva. L'insieme degli āgama è ciò che comunemente viene chiamato Tantra.
Ogni āgama è diviso in quattro parti:
1) Jnana Pada (o Vidya pada)
Ovvero le dottrine e la conoscenza filosofica e spirituale.
2) Yoga Pada
Ovvero gli esercizi fisici (posizioni, sequenze, pratiche respiratorie...) e mentali (meditazione, visualizzazione, concentrazione).
3) Kriya pada
Ovvero le regole per i rituali, tecniche di costruzione e consacrazione di templi, statue e icone, rituali di iniziazioni dei discepoli.
4) Charya Pada
Ovvero le tecniche di insegnamento, per l'osservanza dei riti religiosi ecc.
Di solito si parla di 28 Shaiva Agama, 64 Shakta Agama e 108 Vaishnava Agama, ma in realtà ne esistono molti di più legati anche alle figure di ganesha, Bhairava, Buddha.
Qui ci limiteremo ad indicare il nome dei 28 Shaiva Agama:
- Kamikam
- Yogajam
- Chintyam
- Karanam
- Ajitham
- Deeptham
- Sukskmam
- Sahasram
- Ashuman
- Suprabedham
- Vijayam
- Nishwasam
- Swayambhuvam
- Analam
- Veeram
- Rouravam
- Makutam
- Vimalam
- Chandragnanam
- Bimbam
- Prodgeetham
- Lalitham
- Sidham
- Santhanam
- Sarvoktham
- Parameshwaram
- Kiranam
- Vathulam
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