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GINNASTICA YOGA - IL CONCETTO DI FLOW - CORSO DI FORMAZIONE ON LINE, 16-17 Maggio 2020





“Flow”, in italiano “flusso”, è una condizione caratterizzata dal totale coinvolgimento di “Corpo, Parola e Mente”.

Nello yoga, semplificando, si possono individuare tre principali caratteristiche:

1.     Focalizzazione sulla sequenza (o posizione);
2.     Identità tra pratica e obbiettivo da raggiungere;
3.     Positività e gratificazione nello svolgimento della sequenza.

La “teoria del Flusso” è stata elaborata nel XX secolo da un psicologo ungherese dal nome impronunciabile: Mihàly Csikszentmihàlyi.

Csikszentmihàlyi utilizzò per la prima volta il termine inglese “flow” in un libro del 1975 - “Beyond Boredom and Anxiety”, San Francisco, CA, Jossey-Bass (edizioni) ISBN O-87589-261-2 – per definire uno stato di coscienza descritto da molte delle persone da lui intervistate come “una corrente d’acqua che trascina”.

In due libri successivi[1] Csikszentmihàlyi introdusse il concetto di flusso come “esperienza ottimale”, ovvero un esperienza nel campo del lavoro, dello sport o della vita sociale, in cui le prestazioni raggiungono il culmine in una condizione di “apparente assenza di sforzo accompagnata da uno stato d’animo estremamente positivo”.

L’esperienza di flusso, secondo Csikszentmihàlyi e Jeanne Nakamura[2], è caratterizzata dai seguenti fattori:

1) Intense an focused concentration on the present”: Concentrazione totale sull’azione in un “limitato campo di attenzione” – per fare un esempio il calciatore che batte il calcio di rigore senza essere coinvolto né dal ricordo delle esperienze del passato, anche recentissimo, né dalle possibili conseguenze di un suo errore o di un suo successo;

2) Merging of Action and Awarness”: Integrazione o meglio “identificazione” di azione e consapevolezza – il soggetto è così assorbito nell’azione dall’identificarsi completamente in essa tanto da far apparire, a se stesso e agli altri, l’azione più complessa come “naturale”, “facile”;

3)  A loss of reflective self-consciouness”: Perdita dell’autoconsapevolezza – ovvero momentaneo annullamento dell’ego.

4)   A sense of personal control or agency over the situation or activity”: Senso di controllo – ovvero la percezione di poter dominare la situazione;

5) A distorsion of temporal experience, one’s subjective experience of time”: Distorsione del tempo – ovvero il tempo può apparentemente dilatarsi o contrarsi;

6) Experience of the activity as intrinsecally rewarding, also referred to as autotelic experience”: Esperienza “autotelica” – ovvero l’esperienza del piacere che nasce dal semplice agire, a prescindere dalle aspettative;


Questi sei aspetti possono separatamente essere riconosciuti in ogni genere di esperienza, ma la “Flow experience” è caratterizzata dalla combinazione di tutti e sei.
Kendra Chelly[3] aggiungerà poi  altri tre fattori:

7)  Immediate feedback”: Retroazione (feedback) – ovvero la capacità del soggetto di “autoregolarsi” tenendo conto istantaneamente delle modificazioni del suo “sistema corpo-mente” e degli effetti che produrranno tali modificazioni (esempio l’arciere che in maniera apparentemente istintiva varia impercettibilmente l’inclinazione della freccia o la tensione dell’arco per far fronte ad un improvviso colpo di vento ed arrivare a centrare il bersaglio);

8)Feeling the potential to succeed”: Essere consapevoli di avere le capacità di “portare a termine il compito” che potremmo interpretare come equilibrio tra sfida e capacità – ovvero il compito attribuito (azione ed obbiettivo) non deve essere né troppo facile (ci deve essere uno stimolo, una sfida), né troppo difficile (cercare di andare oltre le proprie capacità porta al logoramento delle energie psicofisiche);

9)  Feeling so engrossment in the experience, that other needs become negligible”: essere così assorbiti dall’esperienza da poter trascurare gli altri bisogni.

Le caratteristiche della “Esperienza ottimale” sono assimilabile a ciò che è definito in psicologia “Hyperfocus”.
Per Hyperfocus si intende una “intensa forma di concentrazione mentale o visualizzazione che focalizza la coscienza su un soggetto, un argomento o un compito” causando i fenomeni del “sogno ad occhi aperti”, della elaborazione di concetti, astratti, della creazione di leggende, miti e credenze.

È considerato uno dei sintomi dell’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione-Iperattività) e delle sindromi autistiche (ASD Autism Spectrum Disorder).

In pratica il FLOW e l’HYPERFOCUS sarebbero le due facce di un’unica condizione collegata alla “Brain lateralization”.

Per lateralizzazione si intende un processo genetico che porta un individuo a sviluppare due “emisomi” eguali e simmetrici distinguibili in destro e sinistro, con funzioni diverse.

Per ciò che riguarda il cervello si parla di:

- Un emisfero sinistro, cui competono funzioni logico-linguistiche e il pensiero analitico (scrittura, linguaggio, logica, pensiero lineare);

- Un emisfero destro, cui competono le funzioni visivo-spaziali, l’immaginative e il pensiero intuitivo (emozioni, creatività, consapevolezza spaziale, pensiero “olistico”).

I due emisferi sono in teoria perfettamente complementari, di fatto uno predomina sull’altro e la presa di coscienza di questa “dominanza emisferica” fa parte del processo di crescita dell’individuo che sulla maggior forza e quantità di uno dei due lati, ovvero la “consapevolezza della “lateralità”, fonda la sua capacità di agire nell’ambiente;

La consapevolezza della lateralizzazione è inerente al senso dell’equilibrio, alla coordinazione, alla capacità di leggere e scrivere.

Il concetto di spazio così acquisito porta anche alla evoluzione della vita affettiva generando:

- La “reversibilità spaziale” ovvero la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, sia fisicamente sia emotivamente;

-   La “reversibilità del pensiero ovvero la capacità di identificarsi con i sentimenti altrui e e di imparare a rispettare gli altri.

Quando il processo di lateralizzazione neon avviene in modo armonioso si assiste all'insorgenza di anomalie disturbi sia motori che mentali.

L’Hyperfocus sarebbe in pratica l’effetto di una anomalia che porta all'utilizzazione preferenziale, per così dire, dell’emisfero celebrale destro, con la perdita di rapporto con la realtà circostante.

Quando i risultati sono positivi e sono accompagnati da una sensazione di calma e benessere lo si definisce Flow, quando i risultati sono negativi e accompagnati da euforia seguita da ansia, irritabilità o disturbi comportamentali si definisce talvolta Hypomania.

Il fenomeno del Flow in altre parole può non essere positivo, perché talvolta provoca - o è provocato da - un allontanamento dalla realtà  accompagnato dall'insorgere di  patologie, di credenze e di stati di coscienza alterati, “tra veglia e sogno”.



[1] - Mihaly Csikszentmihaly, “Optimal Experience: Psycological Studies of Flow in Consciousness”, Cambridge University Press (1988).
- Mihàly Csikszentmihàlyi, “Flow: The Psychology of Optimal Experience”, New Yorg, Harper & Row (1990), ISBN 0-06-092043-2.
[2]  - J.Nakamura, M. Csikszentmihàlyii, “Flow Theory and Research”. In C.R. Snyder, Erik Wright and Shane J.Lopez (ed.). Handbook of Positive Psycology, Oxford University Press, ISBN 978-0-19-803094-2.
[3] Kendra Chelly, “What is Flow”. About Education. Retrived 30 marzo 2015.

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