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E SE LO YOGA FACESSE MALE? RIFLESSIONI SULLA PRATICA DI KRISHNAMACHARYA, IYENGAR E PATTABHI JOIS

 


Nel Goraksha Paddhati - uno dei testi fondamentali dello haṭhayoga - si afferma che la pratica assidua conduce al ringiovanimento del corpo, alla salute e alla longevità. Il corpo è sacro per lo haṭhayoga, e bellezza, salute e longevità sono  condizioni necessarie per poter realizzare i  "tanto amati dagli yogin" - come afferma Goraksha -  poteri psichici - siddhi - da utilizzare per "il bene di tutti gli esseri senzienti". Lo haṭhayoga, anche se a molti parrà un affermazione strana o provocatoria - va quindi considerato "anche" una forma di fitness, ovvero una attività che conduce alla salute e alla bellezza del corpo; 

Considerando che il corpo umano è sottoposto sempre alle stesse leggi in tutti i tempi e a tutte le latitudini ho pensato che praticando gli āsana e le sequenze gli yogin debbano, necessariamente, seguire le stesse regole fondamentali dei danzatori e dei ginnasti occidentali.
Ho analizzato in cerca di conferme una serie di vecchie foto di Krishnamacharya, Iyengar, Pattabhi Jois e dei loro allievi, e credo di aver fatto delle scoperte interessanti.

Esaminiamo ad esempio la foto precedente, spettacolare,  di Krishnamacharya:

Nel corpo umano in movimento la terza vertebre lombare - al centro della lordosi lombare - e la quarta vertebra cervicale - al centro della lordosi cervicale - devono "spingere", per così dire, sempre nella stessa direzione e la quinta vertebra dorsale - al centro della cifosi dorsale - deve "spingere" in direzione opposta. Questa dinamica unita alla tensione contrapposta del sincipite - la parte più alta del cranio - e del perineo - il "disco fibroso" al centro dei due muscoli chiamati "trasversi perineali" - in basso, permette l'allungamento della colonna vertebrale in ogni posizione, condizione fondamentale per il corretto funzionamento dei vari apparati e sistemi del corpo e per lo sviluppo del corretto "tono gravitazionale", come viene definito lo sviluppo armonioso dei muscoli che si attivano e aumentano la loro attività per opporsi alla forza di gravità.

Alla dinamica "3a lombare - 4a cervicale - 5a dorsale" nel movimento "corretto" si accompagnano l'allineamento "scapola-gomito-polso" e "anca-ginocchio-caviglia".
Per comprendere queste due regole primarie del movimento basta che facciate tre semplici esperimenti:

1) Provate, in posizione eretta, a spingere la 4a cervicale indietro, raddrizzando la lordosi cervicale, e contemporaneamente a spingere la 3a lombare in avanti, accentuando la lordosi lombare, dopo di che fate qualche passo in avanti e indietro analizzando le tensioni muscolari e la maniera di respirare: probabilmente i muscoli della schiena si contrarranno e la respirazione sarà difficoltosa;

2) Mettevi in piedi con le braccia lungo il corpo spalle rilassate e il palmo delle mani rivolto verso le cosce e provate a "chiudere" il più possibile le scapole portandole verso la 5a dorsale: i polsi tenderanno ad aprirsi facendo rivolgere ilpalmo delle mani verso l'alto e l'esterno mentre i gomiti tenderanno a "chiudersi" tendendo verso il basso e verso l'interno. Al contrario  se si aprono il più possibile le scapole - allontanandole dalla 5a dorsale - il palmo si volterà naturalmente verso il basso e indietro e il gomito tenderà ad "aprirsi verso l'esterno e il basso. Se si tenta di opporsi a questa dinamica  si creeranno delle inutili contrazioni che renderanno difficile o impediranno del tutto il movimento naturale; 

3) Spingete il più possibile all'esterno il piede destro e viceversa spingete il ginocchio verso l'interno: oltre a mettere a rischio i vostri menischi vi sarà difficile anche fare un solo passo in avanti.

Per il corretto movimento del corpo e il corretto sviluppo del "tono gravitazionale" queste tre  "dinamiche fondamentali" (ovvero 3a lombare-5a dorsale-4a cervicale, scapola-gomito-polso e anca-ginocchio-caviglia) devono essere applicate sui tre piani di movimento, detti "piano frontale", "piano sagittale" e "piano mediale";



Il piano frontale divide il corpo in due parti, "avanti" e "dietro" e i movimenti che lo riguardano sono quelli "verso destra" e "verso sinistra";

Il piano sagittale divide il corpo in due parti simmetriche, sinistra e destra ed è interessato dai movimenti in avanti e in dietro;

Il piano mediale o trasversale divide il corpo in due parti di "eguale massa" - viene posto all'altezza del plesso solare) e riguarda i movimenti di torsione e rotazione.

Immaginiamo di fare un movimento verso il basso in avanti con il busto fino a portarlo parallelo a terra, formando più o meno un angolo di 90° con le gambe:
La 4a cervicale, all'altezza del "gozzo" e la 3a lombare, all'altezza dell'ombelico, "spingeranno verso terra" mentre la 5a dorsale , in linea con il centro dello sterno, "spingerà verso il soffitto"; il sincipite invece spingerà "in avanti" e la regione sacrale "indietro" in modo da mantenere comodamente l'equilibrio con la colonna vertebrale alla massima estensione.
Riprendiamo l'immagine di Krishnamacharya:


Guardate la curva lombare e la curva cervicale: 3a lombare e 4a cervicale spingono nella medesima direzione in contrapposizione con la 5a dorsale.
Per ciò che riguarda gli allineamento anca-ginocchio-caviglia  e scapola-gomito-polso dal punto di vista posturale sono perfetti.

Il risultato degli allineamenti è un corpo tonico e equilibrato, senza sforzi eccessivi (notate la morbidezza delle mani e il rilassamento del volto).
Krishnamacharya rispetta le regole fondamentali del movimento umano in ogni posizione; ecco ad esempio "Mahamudra":


i "tre allineamenti" sono perfetti, e bisogna notare che la gamba destra (quella  allungata in avanti) e completamente distesa - non c'è "luce" tra il ginocchio e il pavimento - e il piede destro è perfettamente perpendicolare alla gamba in modo che anca, centro della rotula e spazio tra il secondo e il terzo dito siano perfettamente in linea.

Mantenere il corretto allineamento tra le tre vertebre chiave, scapola-gomito-polso e anca-ginocchio-caviglia sembra essere la cosa più importante per Krishnamacharya ecco altri esempi: 


Notate l'allineamento perfetto del busto e degli arti e, dettaglio che come vedremo è assai importante, il rilassamento del piede sinistro a cui si contrappone la tonicità del polpaccio sinistro;


In questa quarta immagine fate invece caso, oltre che al perfetto allineamento degli arti e del busto, al rilassamento del piede destro e al "ponte" del piede, quasi da danzatore.
L'attenzione per il corretto allineamento posturale e, quindi, per le dinamiche "scapola-gomito-polso", "anca-ginocchio-caviglia" e 3a L-5a T-4a C, è tipica di tutte le tecniche corporee tradizionali indiane  dalla danza alle arti marziali:
Osservate  la postura di questa danzatrice di Bharatanatyam:
 

La figura sotto ritrae invece la "spaccata volante" di un praticante di Kalaripayattu: osservate come i piedi siano perpendicolari alle gambe:


Quest'altro è invece un praticante di Silamban: guardate l'allineamento della schiena e la, perfetta, dinamica anca-ginocchio-caviglia:


Le regole del movimento, se i fini sono la salute del corpo, la bellezza e l'efficacia del gesto sono sempre le stesse.
O almeno dovrebbero.
Prendiamo adesso un immagine in cui Iyengar si esibisce in una variante di Trikonasana,la postura del "Triangolo":


Il ginocchio destro è completamente fuori asse rispetto ad anca e caviglia, i piedi sono contratti, i polpacci ipotonici, il collo è incassato e la 4a C spinge in una direzione diversa rispetto alla 3a L.
Se osserviamo come Krishnamacharya assumeva la stessa identica postura noteremo altre differenze, secondo me, fondamentali:



A parte il perfetto allineamento anca-ginocchio-caviglia e la corretta dinamica 4aC-5aT-3a L, il busto di Krishnamacharya, a differenza di quello di Iyengar, è in torsione: sta lavorando sul "Piano trasversale" e non sul "Piano frontale" come Iyengar!
I gomiti al contrario di quelli di Iyengar non sono in iperestensione,  polpacci sono tonici e i piedi rilassati.
Nonostante l'apparenza si tratta di una postura completamente diversa, con  finalità e modalità di esecuzione completamente diverse.
Osserviamo  adesso alcune foto tratte da "Yoga Mala" di Pattabhi Jois:


In questa postura (immagine precedente) - una variante di Upavishta Konasana - possiamo notare:
1) La estrema contrazione dei muscoli posteriori della catena muscolare posteriore della gamba, soprattutto all'altezza del ginocchio;
2) Il non rispetto dell'allineamento caviglia-ginocchio-anca, con i piedi che "spingono" in direzione opposta ad anche e ginocchia;
3) La mancanza di tonicità dei polpacci e la tensione evidente dei piedi ( riscontrabili in moltissime immagini di Iyengar, Pattabhi  e dei loro allievi);
4) L'accentuazione della lordosi cervicale e la contemporanea inversione della lordosi lombare (lo si capisce dalla posizione dell'ombelico), sintomi di una volontaria mancanza di rispetto per la dinamica 3aL, 5aT, 4aC;


In questa postura si notano ancora di più la tensione dei piedi e la contrazione dei muscoli della catena posteriore della gamba [N.B. tra il pavimento e il ginocchio destro "c'è luce" cosa che non dovrebbe accadere dato che la spinta del tallone in avanti e la  contemporanea tensione delle dita "indietro" - evidenti nella foto - dovrebbero portare  all'allungamento della catena  muscolare posteriore della gamba], ma la cosa più evidente è l'errata posizione del collo e del cinto scapolare, con la testa che risulta incassata nelle spalle;


Quest'ultima immagine, sempre tratta da "Yoga Mala" di Pattabhi Jois, nonostante gli errori posturali siano meno evidenti, è forse la più interessante:
1) Innanzitutto occorre notare la "rettilineizzazione" della lordosi cervicale che provoca l'allineamento della 4aC non con la 3aL, ma con un punto immaginario posto sul pavimento, identificabile con la freccia rossa a destra; di conseguenza il sincipite, la parte più alta della testa è posto su un asse perpendicolare a terra e non in linea con il perineo;

2) La lordosi lombare è invece, sorprendentemente, invertita, quando, seguendo la dinamica naturale dovrebbe adeguarsi all'allineamento della curva cervicale;

3) Osservate i piedi: il praticante  cerca di stendere le punte, ma avendo il polpaccio e la caviglia bloccati riesce solo a mettere il plesso venoso del metatarso in linea con il tallone, cosicché il piede forma un angolo a 90° con la gamba.
Dal punto di vista "posturale" l'āsana dell'immagine sopra è decisamente sbagliato, come lo sono, in apparenza, molti degli āsana fotografati nel libro "Yoga Mala".
Possibile che milioni di persone in tutto il mondo pratichino gli esercizi di Pattabhi Jois o di Iyengar senza accorgersi che sono, almeno dal punto di vista del "movimento naturale, sbagliati?
Il discorso è molto più complesso di quanto possa sembrare e riguarda il senso stesso del lavoro fisico che si fa nello Yoga.
Il blocco del polpaccio e della caviglia dipende, anche, da una indicazione che spesso viene data dagli istruttori di Iyengar Yoga e Ashtanga Yoga: "tirate su la rotula"; si tratta di un movimento di contrazione dei muscoli della coscia finalizzato a mettere la rotula in una posizione innaturale che ha il fine di "proteggere l'articolazione del ginocchio".
Nello Yoga di Pattabhi Jois  e di Iyengar occorre infatti "proteggere le articolazioni" perché si assumano posture in cui gli arti e la schiena subiscono sollecitazioni "estreme", non in accordo con le dinamiche naturali del corpo umano.

In altre parole al praticante si chiede di andare "oltre i propri limiti fisiologici" utilizzando tutta una serie di attrezzi - corde e sostegni vari  - nel caso di Iyengar  e i famosi "aggiustamenti" - ovvero manovre effettuate dall'istruttore con il proprio corpo - nel caso di Pattabhi Jois.

L'aumento di vitalità e le sensazioni positive che un praticante di Iyengar Yoga o di di Ashtanga Yoga sperimenta dopo la pratica, dipende anche e soprattutto da questo "andare oltre i propri limiti";
Riuscire ad assumere posizioni estreme, alla ricerca di linee astratte,  ha effetti benefici, spesso eccezionali, sulla mente e quindi sul corpo del praticante a cui si chiede, ripeto, di andare "oltre i propri limiti fisiologici".
Un lavoro interessantissimo, quindi, ma che, a giudicare dalle immagini e dai filmati, è assai diverso da quello di Krishnamacharya, al quale , in teoria, Iyengar e Pattabhi Jois dovrebbero fare riferimento.

Krishnamacharya, yogin guaritore, era figlio di un maestro di Bharathanatyam e in ogni sua postura e sequenza si notano il rispetto per l'anatomia e per le naturali dinamiche del corpo umano tipici delle arti del corpo indiane;

I suoi allievi Iyengar e Pattabhi Jois lavorano invece per andare "oltre le dinamiche naturali e i limiti fisiologici", alla maniera dei Fakir e dei contorsionisti;
Si tratta in definitiva di due tecniche diverse legate a due diversi tradizioni del sub continente indiano: a seconda del proprio temperamento e dei propri fini il praticante può scegliere l'una o l'altra  ma dovrebbe, a parer mio, essere consapevole dei rischi e dei benefici di entrambe.
Se si seguono gli insegnamenti originali di Krishnamacharya - uno hathayoga rivisitato alla luce della moderna educazione fisica occidentale - non si andrà mai oltre i propri limiti fisiologici, nel rispetto delle dinamiche naturali del movimento umano;
Se si seguono gli insegnamenti di Iyengar e Pattabhi Jois potremo andare oltre i nostri limiti, in un'ottica di dominio del corpo e quindi della Natura.
In un certo senso - è una mia opinione, opinabile quindi come lo sono tutte le opinioni - lo Yoga di Krishnamacharya è "Arrendersi alla Gravità" quello dei suoi famosi allievi è "Dominare la Gravità".














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