Sto leggendo il terzo dei quattro volumi dello Yogavārttika di Vijñānabhik ṣ u nella traduzione in inglese di Trichur Subramaniam Rukmani. Si tratta di un libro - i quattro volumi intendo - che consiglio caldamente in quanto, secondo me, spazza via alcune, interpretazioni di Patañjali, in voga già dai primi del '900, che mettendo in secondo piano la pratica degli āsana, il lavoro sui cakra (ovvero sui marma) e sulle nāḍī allontanano lo Yoga S ūtra dalla tradizione dello Haṭhayoga medioevale, cui invece, a quanto sembra di capire, appartiene a pieno titolo. Vijñānabhik ṣ u è uno yogi del XV secolo famoso - in India - per i suoi commenti al S āṃkhya S ūtra di Kapila ( nelle pubblicazioni in inglese Sankhyasutrabhashya), al B rahma Sūtra di Bādarāyaṇa (nelle pubblicazioni in inglese Vijnanamritabhashya) e allo Yoga S ūtra di Vyāsa ( nelle pubblicazioni in inglese Yogabhashyavarttika). Yoga S ūtra di Vyāsa, ho scritto, e non è un errore, nel senso che, da
Formazione, Promozione e Divulgazione dello Yoga