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LA RESURREZIONE DEL CAVALIERE OSCURO


Da bambino non sapevo correre.
Non voglio dire che correvo male o che non correvo veloce: non sapevo proprio correre.
Vedevo gli altri che lo facevano e allora ci provavo anch'io, ma non avendo assolutamente idea dell'azione del correre, provavo a muovere una parte del corpo alla volta, la mano si mette così, il polso cosà, poi la testa. 
Alla fine facevo la fine del millepiedi delle Upanishad, quello che cerca di mettere la coscienza in un paio di zampe alla volta  finendo per incespicare.
Correre per me non era naturale.
Però mi annodavo le gambe e mi mettevo in verticale a testa in giù come fossero le cose più facili del mondo.
Credevo pure di parlare con gli animali, soprattutto con le lucertole.
Non sto scherzando, nelle vacanze di Natale ne ho parlato a lungo con mia madre e mia sorella ed ho scoperto che erano tanto preoccupate per la mia salute psichica da chiamarmi, in segreto, l'alieno.
Quello che era normale per gli altri per me era fantascienza e viceversa.
Non è che ero scemo, quando ho cominciato ad andare a scuola pigliavo dei bei voti, però facevo fatica a capire e a fare cose che ai miei coetanei o a quelli della mia famiglia apparivano naturali, semplici, comprensibili.
Ogni volta che mi portavamo a messa, per esempio, per me era come andare su Marte. Non sapevo mai quando ci si dovesse alzare, sedere e inginocchiare e soprattutto non capivo una parola.
Ogni tanto chiedevo a mia sorella che è cinque anni più grande. Era un mito per me, mia sorella, bionda bionda, carina, stava simpatica a tutti, ma neppure lei mi sapeva rispondere. 
La visione delle vecchiette nero vestite che baciavano il crocifisso mi spaventava a morte, ma secondo me non ero io ad essere strano: come fa un bambino a credere che l'Amore sia rappresentato da quell'uomo straziato con i chiodi ficcati nella carne e il sangue che gli cola sul viso barbuto? 
Secondo me chi insegna catechismo dovrebbe tenerne conto.





Il mistero dell'alternarsi delle genuflessioni e delle sedute, comunque, non era nulla rispetto a quello dell'alternarsi delle emozioni.
Quando stavo con gli adulti non capivo mai quando si dovesse ridere o piangere e siccome mia mamma si dispiaceva aspettavo che qualcuno desse il la e cercavo di imitarlo.
A volte andava bene, altre beccavo un sacco di botte: pensavano li prendessi in giro.
Crescendo e poi invecchiando non è che le cose siano andate meglio, e lo yoga, secondo mia figlia maggiore, ha peggiorato la situazione.
Temo che ci sia qualche sinapsi che non si è attivata, nel mio cervello.
O forse sono semplicemente scemo, chissà.
Ricordo che la mia ex moglie si infastidiva quando le regalavo delle rose.
Quando ho smesso di farlo si è arrabbiata.
A quasi 54 anni, la metà della mia vita (ho sempre pensato che vivrò 108 anni, non chiedetemi perché) ho deciso di lasciar perdere per un po' i Veda, le Upanishad e i Tantra Shastra, per cercare di capire perché non capisco la gente.
O meglio perché la maggior parte delle persone reagisce in maniera, per me, incomprensibile, a certe parole o certi eventi.
Per prima cosa ho iniziato a leggere i best seller e a vedere i block buster in streaming (è la prima volta che uso questi tre termini nella stessa frase e ne sono molto orgoglioso)



Ho visto "Il Cavaliere Oscuro - il Ritorno", due volte, la prima in italiano e la seconda in inglese con i sottotitoli.
 Non  è che mi sia piaciuto, anzi, però volevo cercare di capire i motivi del suo successo globale.
La storia è abbastanza scema: un cattivo grosso e pelato cui sceneggiatori ispirati hanno dato, chissà perché,  il nome "distruzione" (Bane), vive nelle fogne insieme ad un gruppo di orfani che non si sa cosa facciano per tutto il film e a dei tizi, chiamati mercenari che Bane si diverte a cazzottare ogni tanto senza motivo. 
Quando Bane parla non si capisce nulla perché ha sempre la bocca tappata da una maschera tipo Annibal the Cannibal che gli impedisce anche di mangiare, ma non di essere, comunque sovrappeso. 
Batman invece vive in una specie di castello insieme al maggiordomo Michael Caine, che piange di commozione, ed è messo maluccio: ha appeso la mascherina al chiodo, è zoppo ha la barba lunga ed è decisamente depresso, ma quando il maggiordomo lo punge sull'orgoglio (-"Bane è più forte di te"-) si mette una protesi al ginocchio indossa la tutina di latex e facendo la voce rauca e profonda per darsi coraggio scende nelle fogne per sfidare il cattivo.
Bane lo massacra, gli spezza la schiena con un pugno e lo porta, credo, in Afganistan, in una prigione sotterranea chiamata il pozzo, dove non ci sono guardie e i detenuti per tutto il tempo mangiano bevono, e fanno progetti di fuga.
Michael Caine piange di commozione.
Viene trattato bene Batman: ha una cella privata con un maxi schermo a cristalli liquidi e viene affidato alle cure di un osteopata che lo rimette in sesto con una manata sulla colonna vertebrale e gli insegna come scappare dalla prigione.
Intanto "Distruzione", dopo aver intrappolato 3.000 poliziotti nelle fogne, svela il suo piano geniale: trasformare un reattore nucleare in una bomba e morire insieme a tutti gli abitanti di New York (che nel film chiamano Gotham City). Per la rabbia Batman si mette a fare le flessioni, poi scappa dal pozzo tra gli applausi dei detenuti, se ne va a piedi nel deserto e arriva in un giorno o due a New York, libera i poliziotti e spacca dalle botte Bane. A questo punto interviene Miranda Tate, una tizia che Batman si era scopato una decina di scene prima, accoltella l'Uomo Pipistrello, e dice: -"Io non sono Miranda, mi chiamo Talia e sono la figlia di Ra's al Ghul "- [E chi è Ra's al Ghul ?]
Miranda/Talia lascia Batman moribondo nelle mani di Bane e va ad innescare la Bomba che distruggerà tutti e tutto, ma interviene una che fa la ladra e la prostituta, la "Gatta", un bel personaggio: è vestita di Latex, ha i tacchi a spillo e si muove come la protagonista di un film sadomaso tedesco.




La Gatta uccide il cattivo con un cannone, Batman guarisce improvvisamente dalla coltellata e si lancia all'inseguimento di Miranda Talia che muore felice perché ha innescato la Bomba. Ma l'uomo pipistrello ha mille risorse, acciuffa l'ordigno e va a farsi esplodere in mezzo all'Oceano Atlantico salvando la città e i suoi abitanti.
Il finale è lieto:  gli orfani escono dalle fogne e vanno a vivere in casa di Batman. Batman risorge e, visibilmente ringiovanito, si fa vedere sul Ponte Vecchio a Firenze, in compagna della porno-ladra mentre Michael Caine piange di commozione.



Il Ritorno del Cavaliere Oscuro ha incassato più di un miliardo di dollari, alcuni lo hanno definito un capolavoro. 
Quando l'ho visto al cinema la gente applaudiva e qualche spettatore si è commosso.
Per me è un film stupido, pieno di incongruenze, ma evidentemente c'è qualcosa che smuove le emozioni della stragrande maggioranza delle persone e mi piacerebbe, in questo momento, riuscire a capire cosa è.
Il titolo originale è "The Dark Knight Rises", il Cavaliere Oscuro Risorge.
Batman è vecchio, con le ginocchia a pezzi, si scontra con Bane che è giovane e muscolato e ne esce con la schiena rotta.
Finisce all'inferno e risorge.
Alla gente non gliene importa niente di come ha fatto a tornare a casa a piedi dall'Afganistan, né di come mai improvvisamente diventa più forte dell'avversario, né di come riesce a salvarsi da una bomba al neutrone ( o al neutrino.... non ho capito bene) che gli esplode sotto le chiappe.
L'importante è che sia caduto e risorto.
Si dirà che quello dell'eroe che ottiene la vittoria dopo essere sceso agli inferi è un archetipo, un simbolo che vive, da sempre, nell'immaginario dell'essere umano: il nostro inconscio lo riconosce e lo fa "agire" stimolando le emozioni e favorendo l'immedesimazione in Batman.
Ma sarà davvero così?
Vedendo il film per la seconda volta mi sono accorto che l'Eroe vero è il cattivo, Bane.



Bane non ha secondi fine, non ha nessun interesse personale. Lotta contro l'ingiustizia ed è disposto ad immolarsi per un ideale.
Gli sceneggiatori hanno pure inserito una scena in cui Bane dimostra la sua bontà e il suo amore innocente, puro per Miranda/Talia, ma nessuno, mai parteggerà per lui.
Perché questo film ha così successo? Perché mostra la caduta e la risurrezione di un Eroe?
Non sarà invece che sottobanco smercia altri valori?
Batman, che possiede una fabbrica di armi, è bizzoso, orgoglioso, arrogante, ricco da far paura e si tromba pure le donne più belle del film che, vestite dichiaratamente come donne oggetto, si concedono per soldi e per interesse.
Ma soprattutto, pare che scenda in campo al solo scopo di dimostrare di essere lui il più forte.
Il dio della nostra epoca non è il denaro, è l'Ego.



Io ho sicuramente dei problemi di comprensione della realtà grossolana.
Ma, visto che pratico, studio e insegno Yoga, mi viene da chiedere: gli altri capiscono veramente di cosa si parla quando si discute di stato naturale, spontaneità, annichilimento dell'ego, comprensione delle emozioni negative?


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