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ELEMENTI DI DEVANAGARI (Prima Parte)

 


Prima di avvicinarci all'interpretazione di un testo come lo Yoga Sūtra dovremmo, secondo me, prendere un minimo di confidenza con la devanāgarī .

Innanzitutto occorre chiarire che la devanāgarī sta al sanscrito come la scrittura latina – o scrittura romana – sta al francese o all’italiano, quindi non dobbiamo fare l'errore di confondere devanāgarī e lingua sanscrita, in secondo luogo è bene ricordare che tecnicamente non si tratta di un alfabeto, ma di un alfasillabario ("abugida") usato non solo per il sanscrito[1], ma anche per l’hindi, il marathi, il kashmiri, il sindhi, il newari, il nepalese, il pāli, il BHS (Buddhist Hybrid Sanskrit) ecc.

L’alfasillabario, a differenza dell’alfabeto, è una scrittura in cui ogni lettera contiene già una vocale inerente identificata generalmente con la vocale centrale mediascevà -rappresentata nell’alfabeto fonetico internazionale dal simbolo “ə”, e in devanāgarī dal simbolo “”, reso a sua volta, nelle traslitterazioni IAST[2] e ASCII[3] in caratteri latini, con la lettera “a”.

La "vocale centrale media" – nel caso della devanāgarī ” - può essere modificata in altre vocali o in dittonghi tramite l’aggiunta o la sottrazione di particolari segni grafici, per esempio:

-         = a;

-         = ā;

-         = u;

-         = ū ;

-         = o;

-         = au.

Quando leggo un testo in devanāgarī devo tener presente che le consonanti contengono sempre la vocale centrale media; prendiamo adesso, per fare un esempio, la prima sillaba gutturale, equivalente alla nostra “c” dura, come in “casa”: si scrive e si pronuncia ka; se voglio scrivere k - senza vocali – kā, ku, kū, ko o kau, dovrò aggiungere dei simboli grafici alla :

-         = ka;

-         क् = k;

-         का = kā;

-         कु = ku;

-         कू = kū;

-         को = ko;

-         कौ = kau.

 

Approfittiamo adesso di due parole in sanscrito che spesso cito nei miei post,  maidvīpa e bhagavatī, per avere un’idea di come si scrive in devanāgarī:

1.       Maidvīpa si scrive मणिद्वीप.

Ovvero:

ma + ण् + i + द् d + व् v + ī + pa.

Nella lettura è abbastanza facile riconoscere le sillabe “ ma” e “ pa”:

णिद्वी maidvīpa.

La situazione si complica con le sillabe “ण् ” e “ i”, perché la “ icambia forma e -secondo una modalità che a noi pare illogica – viene posta prima dellaण् ”, ovvero णिद्वीप maidvīpa, dove:

ण् + i = णि i.

Nel gruppo dvī , ovvero“द् d” + “व् v” + “ īnotiamo il comportamento della “ ī” – che è una doppia i, nel senso che si pronuncia in maniera identica, ma viene “mantenuta” per un tempo doppio – che si trasforma in come la “ i breve, ma viene posta dopo la consonante:

द्व dv + ī = द्वी dvī;

मणिद्वी maidvīpa.

 

2.       Bhagavatī si scrive भगवती.

Ovvero:

bha + ga + va + त् t + ī

Il curioso comportamento della “ i e della “ īche abbiamo riscontrato in मणिद्वीप maidvīpa lo possiamo notare anche nella parola भगवती bhagavatī, nella quale possiamo riconoscere facilmente le sillabe bha, ga e va:

भगवती bhagavatī;

La त् t viene invece legata con la ī in maniera simile a ciò che avevamo visto in come avevamo visto nella parola मणिद्वीप maidvīpa:

त् t + ī = ती

भगवती bhagava;

 



[1] Talvolta si identifica la devanāgarī, che è una scrittura, con il sanscrito che invece è una lingua; si tratta di un errore più comune di quanto si possa pensare.

[2] IAST dall'inglese “International Alphabet of Sanskrit Transliteration”, è il sistema di romanizzazione del sanscrito e del pāli.

[3] ASCII, acronimo di American Standard Code for Information Interchange, letteralmente “codice standard americano per lo scambio di informazioni", è un codice per la codifica di caratteri pubblicato per la prima volta dall' American National Standards Institute (ANSI) nel 1963.


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