Tratto da "TANTRA LA VIA DEL SESSO", Edizioni Aldenia, parte III, cap. I.
“Il fuoco è il Cielo.
Il sole è la legna che arde e i suoi raggi sono fumo.
La fiamma è il giorno, le braci sono la luna e le scintille stelle.
E’ in questo fuoco che gli dei sacrificano la fede.[.......]
Il fuoco è la Donna. Il pene è la legna che arde e il desiderio che stordisce è fumo.
La fiamma è la Sua vagina, l’unione è la brace e l’orgasmo la scintilla che ravviva.
E’ in questo fuoco che gli dei sacrificano lo sperma.
E’ da questa offerta che sorge la vita.”
(Chāndogya Upaniṣad V, 4 - 8)
Le varie fasi del Rito sono descritte in un testo vedico, il “Canto d’Amore” della Chāndogya Upaniṣad (XIII Khanda che sta più o meno per “ XIII CAPITOLO”).
A dir la verità l’ho chiamato io, Canto d’Amore, in sanscrito è Sāman Vāmadevya.
Sāman significa “ melodia”, “abbondanza”, “felicità”, “tranquillità”.
Vāmadevya, vuol dire “riferito a Vāmadeva ”, o “opera di Vāmadeva” che è l’autore del brano, un poeta, credo, del 1.500 a.C. ) [NB. Vāmadeva è anche uno dei nomi di Śiva con la parola Vāma che si riferisce alla bellezza della sua sposa che di solito viene rappresentata alla sinistra del Dio].
Il Rito Sessuale è considerato un Saman, una melodia sacra, e, come tutti i riti vedici, è diviso in cinque fasi, chiamate Hiṅkāra, Prastāva, Udgīta, Pratihāra e Nidhana, collegate con i cinque elementi (SPAZIO, ARIA, FUOCO, ACQUA e TERRA).
Hiṅkāra significa TIGRE, ciò che emette il suono HIṄ (Hign).
Prastāva significa OFFERTA, INTRODUZIONE, PROPOSTA.
Udgīta significa CANTO, CANZONE, ed è una della maniere per indicare la sillaba OṀ.
Pratihāra significa CANCELLO, PORTA, GESTO DEL TOCCARE.
Nidhana significa FINE, CONCLUSIONE, ANNICHILIMENTO, DOMICILIO.
Ma leggiamo il testo (la traduzione è mia):
Hiṅkāra è quando Lui la invita.
Prastāva è l’offerta d’Amore.
Quando i due si concedono l’uno all’altra è l’Udgīta.
In Pratihāra Lui giace su di Lei e Nidhana, infine è l’orgasmo.
Coloro che sanno, sanno che i fili con cui Amore intesse l’Universo sono nel Sāman Vāmadevya. Coloro che sanno realizzano Amore […].
Solo così la Vita è degna d’esser vissuta. […] Non rifiutare mai l’offerta d’Amore: così dice la Legge.
(Chāndogya Upaniṣad -XIII khanda)
La Donna e l’Uomo della Chāndogya Upaniṣad rendono ogni azione un Canto.
Un Canto d’Amore, perché tutto l’Universo è intessuto d’Amore.
Se vogliamo intraprendere la via del tantrismo sessuale dobbiamo prima imparare a cantare, e infatti, leggendo più avanti (XXI Khanda) troviamo delle indicazioni pratiche sull’Arte del Canto:
“Che le vocali siano pronunciate in modo sonoro e forte […]” “Le Sibilanti (SAṂ, ŚAṂ, ṢAṂ) e le Aspirate ( BHA, CHA, DHA...) bisogna pronunciarle apertamente, senza mangiarle né gettarle via […] Si deve far attenzione a non sovrapporre le altre consonanti, neppure per poco[…]”.
Il rito sessuale è un Canto, ed una Danza, che racconta il Processo della Creazione.
Gli attori sono sempre gli stessi, Śiva e Śakti, ma indossano costumi, nomi e movenze diverse.
Se vogliamo svelare il loro gioco (è questo il fine dello yoga) dobbiamo prima imparare la “Grammatica della Manifestazione” ovvero il significato e l’origine delle sillabe sacre.
Dipinto di Laura Nalin |
“Il fuoco è il Cielo.
Il sole è la legna che arde e i suoi raggi sono fumo.
La fiamma è il giorno, le braci sono la luna e le scintille stelle.
E’ in questo fuoco che gli dei sacrificano la fede.[.......]
Il fuoco è la Donna. Il pene è la legna che arde e il desiderio che stordisce è fumo.
La fiamma è la Sua vagina, l’unione è la brace e l’orgasmo la scintilla che ravviva.
E’ in questo fuoco che gli dei sacrificano lo sperma.
E’ da questa offerta che sorge la vita.”
(Chāndogya Upaniṣad V, 4 - 8)
Le varie fasi del Rito sono descritte in un testo vedico, il “Canto d’Amore” della Chāndogya Upaniṣad (XIII Khanda che sta più o meno per “ XIII CAPITOLO”).
A dir la verità l’ho chiamato io, Canto d’Amore, in sanscrito è Sāman Vāmadevya.
Sāman significa “ melodia”, “abbondanza”, “felicità”, “tranquillità”.
Vāmadevya, vuol dire “riferito a Vāmadeva ”, o “opera di Vāmadeva” che è l’autore del brano, un poeta, credo, del 1.500 a.C. ) [NB. Vāmadeva è anche uno dei nomi di Śiva con la parola Vāma che si riferisce alla bellezza della sua sposa che di solito viene rappresentata alla sinistra del Dio].
Il Rito Sessuale è considerato un Saman, una melodia sacra, e, come tutti i riti vedici, è diviso in cinque fasi, chiamate Hiṅkāra, Prastāva, Udgīta, Pratihāra e Nidhana, collegate con i cinque elementi (SPAZIO, ARIA, FUOCO, ACQUA e TERRA).
Hiṅkāra significa TIGRE, ciò che emette il suono HIṄ (Hign).
Prastāva significa OFFERTA, INTRODUZIONE, PROPOSTA.
Udgīta significa CANTO, CANZONE, ed è una della maniere per indicare la sillaba OṀ.
Pratihāra significa CANCELLO, PORTA, GESTO DEL TOCCARE.
Nidhana significa FINE, CONCLUSIONE, ANNICHILIMENTO, DOMICILIO.
Ma leggiamo il testo (la traduzione è mia):
Hiṅkāra è quando Lui la invita.
Prastāva è l’offerta d’Amore.
Quando i due si concedono l’uno all’altra è l’Udgīta.
In Pratihāra Lui giace su di Lei e Nidhana, infine è l’orgasmo.
Coloro che sanno, sanno che i fili con cui Amore intesse l’Universo sono nel Sāman Vāmadevya. Coloro che sanno realizzano Amore […].
Solo così la Vita è degna d’esser vissuta. […] Non rifiutare mai l’offerta d’Amore: così dice la Legge.
(Chāndogya Upaniṣad -XIII khanda)
La Donna e l’Uomo della Chāndogya Upaniṣad rendono ogni azione un Canto.
Un Canto d’Amore, perché tutto l’Universo è intessuto d’Amore.
Se vogliamo intraprendere la via del tantrismo sessuale dobbiamo prima imparare a cantare, e infatti, leggendo più avanti (XXI Khanda) troviamo delle indicazioni pratiche sull’Arte del Canto:
“Che le vocali siano pronunciate in modo sonoro e forte […]” “Le Sibilanti (SAṂ, ŚAṂ, ṢAṂ) e le Aspirate ( BHA, CHA, DHA...) bisogna pronunciarle apertamente, senza mangiarle né gettarle via […] Si deve far attenzione a non sovrapporre le altre consonanti, neppure per poco[…]”.
Il rito sessuale è un Canto, ed una Danza, che racconta il Processo della Creazione.
Gli attori sono sempre gli stessi, Śiva e Śakti, ma indossano costumi, nomi e movenze diverse.
Se vogliamo svelare il loro gioco (è questo il fine dello yoga) dobbiamo prima imparare la “Grammatica della Manifestazione” ovvero il significato e l’origine delle sillabe sacre.
Kṛṣṇa e Radha
Le gesta d’amore di Kṛṣṇa e Radha ripercorrono tutte le fasi del Rito Sessuale. Il Dio è quasi sempre rappresentato nell’atto di suonare il flauto mentre òla sua Amante è impegnata in passi di danzain maniera da rendere esplicito il legame con la Dottrina della Vibrazione. Radha simboleggia il più alto livello di Realizzazione. Nel Sanathana Dharma (la FILOSOFIA ETERNA che sta alla base dello yoga) se ne distinguono cinque tipi o livelli che rappresentano cinque diversi gradi di Amore tra due esseri: 1) Sālokya mukti significa, condividere lo stesso piano di esistenza , lo stesso mondo, con la divinità, ed è la realizzazione dell›Amore tra gli amici, per dare un›idea Kṛṣṇa ed Arjuna. 2)Sāmīpya significa vicinanza con Dio ed è la realizzazione dell›Amore del Servitore per il Signore, Hanuman e Rama. 3)Sārūpya o meglio īśvara-sārūpya, significa invece avere «le stesse caratteristiche fisiche del Dio, compresi i lineamenti, il numero di braccia, il vestito, ed è la realizzazione dell›Amore tra genitore e Figlio. 4)Sārsti avere le stesse ricchezze, poteri, potenza del Signore è invece la realizzazione dell’Amore tra coniugi. 5)Sāyujya o ekatva, la fusione con il divino, è infine la realizzazione dell’Amore tra gli amanti, l’Amore senza vincoli, al di là di ogni limite. L’Amore di Radha e Kṛṣṇa
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